Telerama.fr annuncia il nostro concerto a Parigi

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En quarante ans, ce collectif pionnier venu des Pouilles a considérablement rajeuni les rythmes frénétiques de la pizzica, une forme ancienne de l’exorcisante tarentelle. Sur Canzoniere, nouveau recueil de compositions, les musiciens n’ont jamais sonné aussi pop, confrontant même les rythmiques folles du grand tamburello à la gouaille du hip-hop. Sur scène, ce répertoire syncrétique prendra vie avec l’énergie qu’on leur connaît, dans un show très visuel grâce à la danseuse tourbillonnante qui les accompagne.

Con il Canzoniere Grecanico Salentino la pizzica rivive all’estero

Con il Canzoniere Grecanico Salentino la pizzica rivive all’estero (e anche a Berlino)

L’ultimo lavoro della band salentina, dal titolo Canzoniere, lancia un messaggio di una potenza straordinaria. La profondità delle loro canzoni unita alle vibrazioni del tamburello scuote animi e coscienze.

Musica incantevole, ritmo coinvolgente, voci emozionanti. Questo è il Canzoniere Grecanico Salentino, il più importante gruppo di musica popolare salentina fondato nel 1975 da Rina e Daniele Durante e il primo ad essersi formato in Puglia. La band si esibirà in concerto a Berlino il prossimo 30 novembre per presentare il suo nuovo album. Dal 2007 il gruppo è guidato da Mauro Durante, figlio di Daniele, che ne ha raccolto la leadership per portare la musica italiana nel mondo attraverso importanti collaborazioni con Ludovico Einaudi, Steward Coppeland, Piers Faccini e Ballake Sissoko. Il gruppo è attualmente formato da Mauro Durante (violino, percussioni, voce), Giancarlo Paglialunga (tamburello, voce), Emanuele Licci (bouzuki, chitarra, voce), Alessia Tondo (voce), Massimiliano Morabito (organetto), Giulio Bianco (armonica, zampogna, flauti e fiati popolari, basso) e Silvia Perrone (danza).

La musica del Canzoniere Grecanico Salentino è caratterizzata dall’incontro fra modernità e tradizione e reinterpreta in chiave contemporanea le storie che ruotano attorno alla celebre pizzica tarantata, un rituale che aveva il potere di curare attraverso la musica e la danza il morso della leggendaria Taranta. Oltre alla frequente presenza al concertone della Notte della Taranta, organizzato ogni estate nella città di Melpignano, il gruppo salentino ha ottenuto enormi e significativi riconoscimenti dal pubblico e dalla critica nazionale ed internazionale. Il gruppo è attualmente impegnato in un tour di concerti italiano ed europeo e farà tappa a Berlino il 30 novembre nella sala concerti della Maschinenhaus presso la Kulturbrauerei a Prenzlauer Berg. Per l’occasione abbiamo intervistato Mauro Durante.

L’album Canzoniere

«Canzoniere è nato tra Lecce e New York dalla collaborazione con tanti artisti che ho avuto la fortuna di conoscere durante il mio periodo negli Stati Uniti. L’immagine di copertina ritrae una bottiglia di Coca Cola riempita di salsa di pomodoro: si tratta di un’opera d’arte intitolata proprio Coca Cola e realizzata nel 2015 dal collettivo artistico Casa a Mare. Per noi rappresenta un’immagine forte, un richiamo alla salsa di pomodoro fatta in casa, pratica tuttora diffusa in Salento. Per la conservazione della salsa solitamente si utilizzano bottiglie di vetro riciclate e tra queste anche quelle di Coca Cola. Il rito della preparazione della salsa coinvolge famiglie intere trasmettendo un senso di comunità ed appartenenza. Nel caso della copertina dell’album, la salsa si fa metafora della nostra musica, dei nostri strumenti all’interno di un contenitore globale rappresentato dalla bottiglia di Coca Cola. La nostra musica non si confronta infatti soltanto con innovazione e tradizione, ma si muove anche tra locale e globale. Questo lavoro ambisce così a raggiungere un pubblico contemporaneo, senza dimenticare però la propria identità».

Il rapporto con Berlino

«Siamo venuti spesso a Berlino. Due anni fa ci siamo esibiti in occasione del Karneval der Kulturen (festival di strada che anima Berlino alla Pentecoste ndr). In più abbiamo suonato anche al Lido, a Kreuzberg. Quando ci hanno proposto la capitale tedesca come tappa del nostro tour siamo stati davvero felici. Berlino è bellissima, si respira un’aria diversa rispetto al resto della Germania. È una città con grande fermento culturale e vi si trovano sempre nuovi stimoli. Noi viaggiamo tantissimo e lo facciamo volentieri: conoscere e confrontarsi con nuove persone è fantastico, perché ogni volta impariamo sempre di più da queste esperienze. Quando ai nostri concerti all’estero incontriamo degli italiani, che siano residenti o di passaggio, ci emoziona vedere come la nostra musica in qualche modo li riporti a casa. Si viene a creare una specie di riappropriazione delle proprie radici. In più è meraviglioso vedere italiani e stranieri danzare insieme, perché crediamo fermamente che la nostra musica abbia senso solo se condivisa».

Le migrazioni

«La musica popolare ha sempre risposto ad urgenze della quotidianità. In passato lo faceva con i canti di lavoro, di protesta, di disagio sociale. Il nostro brano Solo andata (contenuto nell’album Quaranta del 2015 ndr) racconta il dramma dei migranti attraverso le parole di Erri de Luca, che ha voluto parlare del naufragio in mare aperto subito dai migranti, confrontandolo con le condizioni di viaggio che dovevano affrontare anche alcuni emigranti italiani. Abbiamo messo in musica e cantato le parole di un grande scrittore del nostro tempo. La musica che si definisce popolare deve e non può non affrontare questa tematica».

La musica popolare all’estero

«Quando ci esibiamo all’estero capita che la gente non ci conosca prima. Tuttavia appena inizia a suonare il tamburello, il pubblico viene preso subito dal suo ritmo, viene travolto e avvolto dalla nostra musica. Di solito quando suoniamo ci disponiamo in semicerchio con la nostra ballerina al centro. L’altra metà del semicerchio è formata dal pubblico che si unisce a noi dando un senso di collettività nella danza. È la danza stessa che ha il potere di annullare le distanze tra le persone indipendentemente dalla loro provenienza o classe sociale. A Berlino ci auguriamo di dare il via ad una grande festa italo-berlinese che ci faccia ballare e divertire tutti insieme».

Progetti futuri

«Nel 2018 continueremo il nostro tour dirigendoci anche oltreoceano, sia a est che a ovest. Sono previste delle date in Asia e in America Latina. In più siamo sempre pronti ad avviare a nuovi progetti che nascono spontaneamente, come è stato per quello con Erri de Luca».

 

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7Corriere: Quando l’identità vince nel mercato globale

La pizzica di Mauro alla conquista
del mondo

Il successo internazionale del gruppo pugliese Canzoniere Grecanico SalentinoQuando l’identità vince nel mercato globale

 

FU UN PAIO D’ANNI FA, in Nuova Zelanda. «Avevamo appena finito di suonare al festival che si teneva ai piedi del vulcano Taranaki. Si avvicinò un uomo e ci disse: il vulcano non può parlare ma se potesse vi direbbe che gli piace ascoltare questa musica e che se potesse suonare la suonerebbe». Certo era uno strano complimento, ma Mauro sorrise, ringraziò e mise via quel ricordo come fosse un piccolo gioiello da tenere sempre in tasca. L’altro giorno l’ha ritrovato mentre parlava di sé e del suo Canzoniere Grecanico Salentino, gruppo storico di world music capace di generare incontri fortunati fra le melodie della tradizione e il sound moderno dalle incursioni rock. Pizzica ed «energia geotermica del Mediterraneo», per dirla con le parole dello scrittore Erri De Luca. Lui è Mauro Durante, leader che offre voce, percussioni e violino al Canzoniere, creatura voluta 42 anni fa da suo padre Daniele e affidata a lui nel 2007. Si intitola Canzoniere anche il nuovo album della band, 12 brani realizzati sull’asse Lecce-New York e impreziositi da collaborazioni come quella di Justin Adams (chitarra inglese al fianco di Robert Plant), Piers Faccini (cantautore anglo-francese) o Marco Decimo (per anni al violoncello accanto a Ludovico Einaudi). Copertina: una bottiglia di Coca-Cola (creata dal collettivo artistico Casa a Mare) che simboleggia il mondo come contenitore ed è piena di salsa di pomodoro, materia dalla dimensione planetaria e locale allo stesso tempo.

«Siamo felici perché le reazioni della critica, specie quella internazionale, sono eccezionali» dice Mauro emozionato dai risultati incassati dall’album in queste prime settimane. «In un panorama globalizzato» – riflette – «è fantastico riuscire a fare qualcosa che ti rende unico e che è fortemente identitario nonostante l’apertura verso l’esterno». Il ricordo va al giorno in cui suo padre gli disse che il gruppo sarebbe passato nelle sue mani. «Capii all’istante che avrei dovuto puntare sul mercato internazionale e puntare sulla pizzica che all’estero era una specie di terreno sconosciuto. Fra il 2011 e oggi abbiamo organizzato diversi tour negli Stati Uniti e molto altro». Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda, appunto. E poi lo Sziget Festival di Budapest, il Festival internazionale di jazz a Montréal, il Celtic Connections di Glasgow, lo Sxsw Music Festival in Texas… Il risultato è quello che Mauro descrive come «il sogno che stiamo vivendo, cioè poter portare la musica della nostra Terra nel mondo».

«UN TRIONFO. Un suono straordinario e inebriante» dice The Guardian; «Un vero tornado» scrive il New York Times; «Una vitalità che a ogni passaggio ti trascina con sé», aggiunge Libération. Ti trascina e ti costringe a seguire il ritmo della musica come fa Silvia Perrone danzando, ti coinvolge come fa Alessia Tondo cantando. E ancora: Emanuele Licci (voce, chitarra, bouzouki), Giulio Bianco (basso, zampogna, armonica, flauti e fiati popolari), Massimiliano Morabito (organetto) e Giancarlo Paglialunga (voce e tamburello). Chissà se il vulcano Taranaki ha imparato i loro nomi ad uno ad uno.

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World Music Central review

“non sono sicuro che il termine strabiliante sia ancora nel lessico accettato, ma questo album corrisponde a quella definizione nel modo più soddisfacente ”

Grandly combining Italian traditional music with jolts of contemporary Western pop, Canzoniere Grecanico Salentino strike a tasty, dance-ready balance on Canzoniere (Ponderosa Music Records, 2017). CGS are one of those bands that can seemingly do it all, mixing accordion, uniformly rhythmic clatter and a reggae feel on “Ientu,” infusing “Moi” with a start-and-stop techno stomp that dramatically punctuates the traded vocals, builds simplicity into complexity in nothing flat with help from guitarist Justin Adams on “Aiora” and erects walls of sound throughout using instruments and voices that are organically and electronically symbiotic. I’m not sure if the term “mind-blowing” is still in the accepted lexicon, but this album fits that description in a most satisfying way.

 

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4 stelle sul The Times!!

E da Londra una nuova recensione a 4 stelle sul The Times!!

“La pizzica del gruppo si fonde con ballate soul e inni pop incredibilmente accattivanti che Durante ha creato con alcuni songrwiters di grido di New York. Canzoniere, pieno di carattere e colori, non compromette le proprie coraggiosi radici pizzicate”

 

CGS is the more easily pronounced acronym for the dynamic south Italian folk group Canzoniere Grecanico Salentino. Their leader, the violinist Mauro Durante, is probably the most exciting feature on Ludovico Einaudi’s world-conquering chill-out albums. This is a record also looking for an international audience. The band’s mesmeric pizzica folk style blends into soul ballads and hook-heavy pop anthems that Durante created with some big-hitting New York songwriters. Such projects can yield vapid crossover gloop, but Canzoniere, full of colour and character does not compromise its gutsy pizzica roots.

Of course, Anglo-Saxons will have to conquer their suspicion of listening to anything not sung in the Queen’s English (why no translation of lyrics in the sleeve notes?), but Canoniere is worth the trouble.

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“Canzoniere”: con lo sguardo al Nuovo Mondo e i piedi saldi nella tradizione

“il Canzoniere Grecanico Salentino si protende verso la world music con la maturità di chi sa perfettamente da dove viene“
grazie a Gabriele De Giorgi e a LeccePrima.it per la recensione del nostro album e della nostra prima assoluta a Lecce.


“Canzoniere”: con lo sguardo al Nuovo Mondo e i piedi saldi nella tradizione


Con l’ultimo lavoro discografico, il Canzoniere Grecanico Salentino si protende verso la world music con la maturità di chi sa perfettamente da dove viene

 

 

LECCE – La prima volta che mi sono trovato davanti Mauro Durante fu a Pisa. Correva uno degli anni a cavallo del 2000, non ricordo bene quale perché ora ne ho 40: io studente universitario, lui talentuoso musicista. Si festeggiava il Giugno Pisano e nel foyer del Teatro Verdi si esibiva l’Ensemble di Terra D’Otranto e Durante il giovane, che non era ancora maggiorenne, suonava tamburelli e tamorre.

L’ultima è stata invece ieri, nel concerto di presentazione di “Canzoniere” ai Cantieri Teatrali Koreja, freschissima fatica del gruppo – il Canzoniere Grecanico Salentino, appunto – che dirige dal 2007, in una sorta di continuità familiare con il padre Daniele, tra i fondatori e leader della compagine.

Tra i due estremi temporali c’è un percorso profondo e sudato di crescita artistica e maturazione personale, la sua ovviamente, di cui un passaggio fondamentale, a mio parere, è stata la stretta collaborazione con Ludovico Einaudi che, per due edizioni maestro concertatore della Notte della Taranta, lo ha voluto come suo più stretto collaboratore e lo ha educato ad avere una visione. Detto questo, mi pare di poter dire che “Canzoniere” rappresenta un punto di svolta nella storia della musica popolare salentina che diventa world music senza che questa evoluzione possa essere accusata di tradimento.

Prodotto tra Lecce e New York (Joe Madrin) per l’etichetta Ponderosa Music Records, il nuovo cd si dichiara già in copertina per quello che è: un concentrato di tratti fortemente identitari in un contenitore globale, esattamente come la salsa di pomodoro nella mitica bottiglia di vetro della Coca Cola. Certo, è una roba che Durante e pochi altri si possono oggi permettere di fare: tra questi certamente Giancarlo Paglialunga (voce, tamburello, calebasse), Emanuele Licci (voce, bouzouki, chitarra), Massimiliano Morabito (organetto), Giulio Bianco (zampogna, ciaramella, clarinetto, basso, flauti, armonica, campionamenti), compagni di avventura e di grande spessore. Una nota a parte la merita Alessia Tondo, che la maggior parte dei nativi hanno imparato a conoscere per aver cantato con i Sud Sound System nel 2003 “Le radici ca tieni”. Nulla di nuovo quindi per quanto riguarda la sua eccezionale voce e nemmeno per la sua disinvoltura nel battere il tamburello (che non guasta mai), ma non deve passare in secondo piano il fatto che è anche l’autrice di alcuni brani – Ientu, Tienime e Ayora – i primi due dei quali sono delle armoniose e per certi versi struggenti ballate che costituiscono punti cardinali di questo lavoro (così come Con le mie mani, dello stesso Durante).

“Canzoniere” contiene su dodici brani una sola pizzica tradizionale “Pizzica de sira”, ma la sua collocazione al centro della scaletta appare come una rassicurazione, il segnale di una consapevolezza, quella di non aver smarrito le coordinate della partenza anche se si è felicemente protesi verso le opportunità e le suggestioni del Nuovo Mondo (inteso anche come potenziale di pubblico internazionale fino ad oggi del tutto ignaro). L’ancoraggio alla tradizione è del resto tangibile in tutte le tracce, quando le melodie vengono dilatate, fin quasi a essere arrestate, e i testi cantati in stili diversi, attraversando il pop e molto altro ancora. Non c’è insomma trasfigurazione anche se la raccolta è una sfida ambiziosa, perché c’è perfetta padronanza filologica e artistica dei ferri del mestiere.

 

Le movenze di Silvia Perrone (moglie di Mauro Durante e ballerina da sempre molto apprezzata) servono a ricordare, per questo tipo di musica, l’importanza della grazia ma anche della grammatica dei passi perché le pizziche e le tarantelle non si possono ballare così come a uno gli viene in mente. Sia esso anche un affermato coreografo di questo cavolo. Andate dunque a sentire “Canzoniere”: stasera il concerto è ancora ai Cantieri Koreja, dopo di che inizierà un tour europeo. E anche se non proprio tutto vi dovesse convincere, sappiate che siete in buone mani: soltanto se sai da dove vieni, capisci fin dove puoi andare. Un lusso per pochi, oggi, nel panorama musicale salentino.

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CANZONIERE | Teatro koreja, 16 nov 2017

great photo reportage from our magic Vincenzo de Pinto

Canzoniere Grecanico Salentino: Tamburi come Drum Machine

No Interview – Canzoniere Grecanico Salentino: Tamburi come Drum Machine

“Canzoniere” è il nuovo album del Canzoniere Grecanico Salentino, album raffinato e moderno, in cui i tipici tamburi vengono suonati come delle drum machine e gli strumenti tradizionali si affiancano a chitarre elettriche e bassi synth. C’è il Salento e l’America, tradizione e innovazione.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Mauro Durante per conoscere meglio questo “raccolto” di canzoni.

In che senso Lecce incontra New York in questo nuovo album?

Abbiamo avuto la fortuna di avere un produttore newyorchese, Joe Mardin, che è anche coautore di 3 brani. Inoltre, altri brani sono nati dalla collaborazione con grandi musicisti newyorchesi come Scott Jacoby, Steve Skinner, Rasmus Bille Bähncke, Michael Leonhart.

Bellissima la copertina che avete scelto. Come vi è venuta in mente l’idea di rappresentare la vostra musica con due prodotti simbolo di mondi apparentemente così diversi?

Proprio come i nostri nonni usavano la bottiglia di coca-cola come contenitore della loro salsa di pomodoro fatta in casa, noi usiamo il contenitore “canzone” per la nostra salsa fatta in casa: la nostra musica, le nostre parole, il nostro vissuto e quello che noi siamo. La salsa di pomodoro conserva la sua straordinaria forza identitaria anche dentro quella bottiglia, quello che vogliamo faccia la nostra musica quando si apre al mondo.

Perché lo definite un “raccolto” di canzoni?

Perché ci piace pensare che lo abbiamo composto “raccogliendo” canzoni.Ognuna di quelle canzoni è stata seminata dopo aver preparato con cura il terreno, poi curata per farla crescere bene, e l’abbiamo raccolta solo quando era matura.

Che messaggio volete lanciare con questo album?

Un messaggio di contatto, apertura e fiducia verso il mondo. Riscoprire l’uso delle mani come mezzo per toccarsi, proteggere e resistere.

In che modo gli strumenti della vostra tradizione posso fondersi con quelli elettronici?

In realtà in questo album di elettronico c’è solo la registrazione etnografica messa in loop all’inizio de Lu Giustacofane, e l’uso di strumenti analogici elettronici come il basso moog, che però era già presente nel nostro album precedente. Le percussioni possono dare l’impressione di essere elettroniche, ma in realtà sono i nostri tamburi a cornice suonati con le nostre mani.

Si può essere moderni senza perdere la propria memoria storica?

Non si può essere moderni senza memoria storica, mancherebbe il punto di riferimento.

Ci parlate delle varie personalità che si sono avvicinate a voi in questo album e di come sono nate queste bellissime collaborazioni?

Le collaborazioni secondo noi non devono mai essere fini a se stesse, o fatte solo per inseguire il “nome” dell’ospite di prestigio. In “Canzoniere” ogni cosa è al servizio della canzone, questa è la base comune della scelta di Marco, Justin e Piers: erano semplicemente perfetti per quelle canzoni. Sono tutti nostri amici e grandissimi musicisti, che abbiamo incontrato nelle nostre tante avventure musicali.

Domanda Nonsense: Qual è il luogo segreto della vostra terra che si deve visitare almeno una volta nella vita?

La nostra terra è così bella che risulta difficile indicare un luogo in particolare. Il nostro consiglio é di “perdersi” nel Salento, lasciarsi guidare dagli istinti e scoprire da soli i luoghi più incantati.

 

Intervista a cura di Egle Taccia

 

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