fRoots Magazine, una delle più prestigiose riviste di world music al mondo, ci dedica parole indimenticabili in questa incredibile recensione del grande Chris Nickson.
“Quaranta del 2015 ha visto gli italiani CGS guadagnare il successo internazionale con un sound cresciuto in 40 anni, ma con radici che vanno indietro secoli nella tradizione della tarantella nelle zone attorno alla loro nativa Lecce. Come dare seguito a qualcosa del genere? il leader Mauro Durante ha preso una strada lunga e sorprendente per il CGS, lavorando con compositori meglio conosciuti per il loro lavoro nel pop e rock americano, e scegliendo Joe Mardin (figlio di Arif, della famosa Atlantic Records) come produttore. Questo avrebbe potuto significare finire fuori strada, ma se il risultato sonoro può sembrare più grande e pieno, neanche un grammo dell’integrità della band è stato compromesso.
Solo una delle canzoni (Pizzica De Sira) è tradizionale, ma il resto suona totalmente, assolutamente autentico, come se fosse stato estratto dalla terra secca. La nuova cantante Alessia tondo aggiunge tanto, un grande contrappunto alle voci di Durante, e ci sono grandi ritornelli su cui cantare, come su Lu Giustacofane e Moi. Ma è un album di sperimentazione, che inizia con loop parlato sul primo brano Quannu Te Visciu, e l’incisiva chitarra dell’ospite Justin Adams su Aiora. Il ritmo è vitale, come deve essere in ogni musica da trance, ma è fatto con grande sottigliezza, mentre Subbra Sutta porta echi di posti molto lontani dalla madreterra nei suoi vocalizzi e nelle sue deviazioni. La band è più forte che mai, gli arrangiamenti tutti spingono le canzoni, e la produzione è come cristallo; ogni elemento si incastra alla perfezione. É una grande opera nel modo migliore possibile, e un trionfo totale. Come poteva il CGS superare Quaranta? L’hanno fatto”