“Quaranta” tra i finalisti delle Targhe Tenco, CoolClub.it intervista Mauro Durante

 

Dopo la “nomination” di due anni fa per “Pizzica Indiavolata”, il Canzoniere Grecanico Salentino approda nuovamente nella cinquina finale delle Targhe Tenco con Quaranta (Ponderosa Music & Arts – promosso con il sostegno di Puglia Sounds Record).   “Sono felicissimo”, sottolinea il leader Mauro Durante. “Per noi è una conferma che stiamo lavorando nella direzione giusta”.

Da quasi dieci anni hai sostituito tuo padre alla guida del Canzoniere Grecanico Salentino. Dopo alcuni cambi di formazione mi pare abbiate trovate un equilibrio che è stato apprezzato in Italia e all’estero.
Il Canzoniere è sempre stato un laboratorio, da cui sono passati tanti artisti, alcuni dei quali hanno scritto la storia della riproposta della musica popolare salentina. La guida è passata da Rina Durante a mio padre Daniele, poi a me. Sono orgoglioso di poter portare avanti questa bellissima storia. La formazione attuale del CGS è composta da quelli che secondo me sono i migliori interpreti di questa musica, in grado di coniugare la conoscenza dei linguaggi ad una sensibilità creativa imprescindibile per il gruppo: Giulio Bianco, Emanuele Licci, Massimiliano Morabito, Giancarlo Paglialunga, Silvia Perrone e Alessia Tondo.

Quante è difficile, domanda annosa, riscrivere una tradizione radicata come quella della musica popolare salentina. Cosa ispira le vostre nuove canzoni?
Non esistono ricette, ma sicuramente è fondamentale amare la musica popolare, ascoltarla fino allo sfinimento, studiarla, analizzarla, cercare di comprenderne gli aspetti fondamentali. Farsi sempre tante domande, sui testi, sulle musiche, sui contesti, perché nulla veniva cantato per caso. La musica popolare è per definizione collegata ad una funzione. Senza questa comprensione, senza capire il contesto e il significato simbolico di alcuni canti, secondo me non ha senso riproporre materiali tradizionali. Noi cerchiamo di fare nostri alcuni stili e alcune caratteristiche, quelle che costituiscono la base di un linguaggio, per poi creare il nostro. Per noi non deve esserci differenza oggi tra il materiale tradizionale che scegliamo di riproporre e le nuove composizioni, è tutto parte dello stesso racconto. Le nostre canzoni sono ispirate da quello che viviamo ogni giorno, parlano di noi, e della nostra contemporaneità. Per farlo ci serviamo di nuovi testi e musiche, nuovi arrangiamenti, o di canzoni antiche che hanno saputo trasmettere certe emozioni per secoli, e che noi riteniamo possano farlo ancora oggi con grande forza.

Quaranta celebre i 40 anni, appunto, della nascita dello storico gruppo. Tra i fondatori c’era, oltre tuo padre, anche Rina Durante. Qual è il lascito di una intellettuale come lei?
Ci lascia l’eredità di una poetica e di una brillantezza che sono ancora le nostre fondamenta. Non facciamo operazioni nostalgia, ma provando a comprendere le nostre radici cantiamo e danziamo il nostro presente. Rina ci ha insegnato questo, incitando il ritorno alla ricerca etnografica sul campo e allo stesso tempo fondando il CGS come simbolo di una rinnovata consapevolezza culturale.

Un pensiero finale per Erri De Luca con il quale avete collaborato. Rischia otto mesi di carcere per aver espresso una sua opinione. Com’è stato il vostro incontro? Quanto ha influenzato il vostro modo di scrivere?
Quello con Erri rispetto alla canzone Solo Andata è il racconto di tanti incontri. Da Gabriella Della Monaca ad Erri a mio padre, poi ad Alessandro Gassmann e ad Amnesty International. La dimostrazione del potere reale che hanno la musica e la danza di unire, di annullare le distanze. La collaborazione con Erri De Luca è come unita da un filo rosso che parte da Rina e passa da mio padre, fino a lui ed a noi. Erri è senza dubbio uno dei più grandi scrittori italiani della nostra epoca. Il processo che sta subendo è una delle pagine più vergognose della recente storia d’Italia, e il silenzio assenso di molti politici, giornalisti ed intellettuali è lo specchio della nostra realtà attuale. Erri De Luca per noi è uno stimolo inesauribile, “un’istigazione” a vivere.

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