The Irish Independent : The whirling rhythms and gale force of CGS aresomething to behold

Folk Canzoniere Grecanico Salentino Button Factory, Dublin

Ed Power

 

The whirling rhythms and gale force irascibility of Canzoniere Grecanico Salentino are something to behold. Violins shriek and swoon, an accordion groans, a bass guitar throbs and thuds dissonantly. Sometimes vocals will intrude, rising like a wind over the tumult of instrumentation.

The Italian band are part of a Continent-wide folk revival which seeks to look past tourist clichés and present ancient sounds in a modern context. However, a deep knowledge of the compositional traditions of rustic Europe is not a prerequisite to enjoying their music. They are fast, they are relentless  – and, for the newcomer, that is enough. No expertise is necessary – merely an ability to appreciate a cracking tune conveyed at breakneck pelt.

That said, their brand of Italian folk has a deep history: the Salento region in the country’s ‘boot heel’ stands at a crossroads between the Eastern Adriatic and Africa, and, as the fancy takes, Canzoniere Grecanico Salentino are able to inhabit both worlds. One moment there’s a dervish intensity that reminds you of the aching Saharan pulsations of Tinariwen, elsewhere the pre-modern cacophony puts the listener in mind of the neo-medieval experimentation of Dead Can Dance. It’s gorgeous – yet deeply eerie when it wants to be.

Given Dublin’s large Italian population, it is no surprise ex -pats should be out in strength – or that, as dancer Silvia Perone emerges, red caped and shoeless, many in the audience mirror her gestures, holding scarves about their heads in the traditional fashion as they sway back and forth (good luck squeezing past with a clutch of beers in hand).

At the risk of showcasing one’s ignorance, it might be pointed out that great swathes of European folk music can sound like Irish trad played at slightly the wrong speed. This is certainly true here: with band leader Mauro Durante’s violin taking the lead, the seven-piece plunge into the sort of whirligig fugue familiar to anyone who sat through Ceili House as a youngster..

Only when the music stops, do the cheesier elements of Canzoniere Grecanico Salentino’s identity shine. Speaking slowly Durante explains that the folk forms his ensemble extol have their roots in celebratory dance – those ancient traditions may have fallen away but the truth of their message endures. Life is short, seize the moment while you can. It’s a cornball sentiment, one that Durante and his players articulate with tremendous fervour.

Irish Independent

15/08/2014

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The Times : Past and present, east and west, were always in harmony

10827908_10155113385755055_1243630552288350991_oCanzoniere Grecanico Salentino at the Queen Elizabeth Hall

Published at 12:01AM, August 5 2014

The weather forecast had not been promising, so we scanned the skies, wondering if the rain would stay away. Open to the elements, the greenery not quite masking the outcrops of brutalist concrete, the QEH’s roof garden would have made a less than Mediterranean setting if the heavens had opened. But in the end, the British summer held firm, and the only distractions came from noises off: trains on Hungerford Bridge, the clatter of a police helicopter, the metronomic thump of a disco boat on the Thames

Mauro Durante and his six colleagues took it all in their stride. (…)

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Canzoniere Grecanico Salentino, il made in Italy che piace al mondo

di MICHELE CHISENA

La formazione pugliese, fondata nel 1975 e poi protagonista di un formidabile ricambio generazionale, suonerà a Ferragosto allo Sziget Festival di Budapest. “E nel 2015 festeggeremo i quarant’anni di carriera con il nostro 18° album”, racconta Mauro Durante. “C’è già un singolo, ‘Solo andata’, che sostiene l’iniziativa sull’emigrazione realizzata con Erri De Luca, autore del testo. E un video, diretto da Alessandro Gassman”

Per il New York Times il Canzoniere Grecanico Salentino è un “tornado”. E se il New Yorker sostiene che “il gruppo ha pochi pari nella world music contemporanea”, l’Indipendent non nutre il benché minimo dubbio: “È raro che la musica tradizionale suoni così intensa, misteriosa e attuale”. Rassegna stampa a parte, l’interesse internazionale che suscita  il collettivo pugliese forse non trova eguali nella scena italiana. Se si aggiunge che il CGS suonerà a Budapest il 15 agosto sul prestigioso World Stage dello Sziget Festival, uno dei più imponenti eventi musicali al mondo, il quadro che se ne trae è più che definitivo. “Suonare sul quel palco era uno dei nostri sogni irrealizzati. Finalmente quest’anno si avvera anche grazie al sostegno di Puglia Sounds. Tra l’altro, suoneremo alle 20, nel momento clou della kermesse. Siamo a dir poco onorati per aver avuto quella collocazione su un palcoscenico tra i più ambiti per le band di questo genere musicale”, afferma Mauro Durante, violinista e tamburellista del Canzoniere. Non è finita: “Il gruppo nel 2015 festeggerà i quarant’anni con un nuovo disco, il 18esimo. Il produttore artistico sarà Ian Brennan (vincitore di 3 Grammy Award nel settore world music). Le prove sono iniziate da qualche mese. Completeremo il lavoro a novembre. C’è già un singolo, Solo andata, che anticipa il nuovo cd e riguarda l’iniziativa sull’emigrazione realizzata con Erri De Luca, autore del testo. Alessandro Gassman è il regista del videoclip”.

NEL NOME DEL PADRE. Fondato nel 1975 dalla scrittrice Rina Durante è stato il primo gruppo di musica popolare a essersi formato in Puglia sulla scia degli studi antropologici di Ernesto De Martino applicati alla musica. Dopo il disco d’esordio,Canti di Terra d’Otranto e della Grecia Salentina (1977) e numerosi lavori che lasciano il segno nella musica folk italiana (Come farò a diventare un mito, 1983;Canti e pizzichi d’amore, 2000) il testimone della band passa nelle mani di Mauro Durante nel 2007: si realizza un vero e proprio ricambio generazionale in uno stesso gruppo di musicisti (fatto più unico che raro). “Dal 1975 al 2014, in oltre tre decenni di musica e di storia italiana il Canzoniere è cambiato negli interpreti. Daniele Durante e Rossella Pinto, mio padre e mia madre, ma anche Roberto Licci padre di uno degli attuali membri della band, Emanuele, nel 2007 ci hanno lasciato in eredità il Canzoniere, attraverso un passaggio di consegne tra padre e figlio. Il gruppo è così tornato a nuova vita ringiovanendosi con la scelta dei migliori talenti della scena salentina”. E a giudicare dai risultati ottenuti: Mauro Durante (voce, tamburello, violino), Maria Mazzotta (voce, percussioni), Giulio Bianco (zampogna, armonica, flauti, fiati popolari), Massimiliano Morabito (organetto), Emanuele Licci (voce, chitarra, bouzouki), Giancarlo Paglialunga (voce, tamburello) e Silvia Perrone (danza), nel nome dei padri fondatori hanno portato a termine la missione della diffusione del “potere della taranta” in tutto il mondo. Con una importante precisazione: “Non siamo un gruppo di musica “tradizionale”, non andiamo sul palco vestiti come i nostri antenati, non compiamo operazioni di nostalgia, non siamo fenomeni da museo: per niente. Ecco perché siamo anche aperti alla tecnologia e al digitale e non rifiutiamo l’utilità dei laptop, loop e campionamenti o dei live elettronics: tutto questo per noi non è un ostacolo, anzi è un arricchimento artistico. David Byrne dice che non esiste genio se ci sono confini entro cui muoversi”.

UN MORSO CONTAGIOSO. Il gruppo salentino ha suonato nei più importanti festival mondiali. Dal GlobalFEST di New York al South By Southwest di Austin passando per il Montreal Jazz Festival. La partecipazione lo scorso anno al Womad ha rappresentato un altro prestigioso obiettivo raggiunto. Il Guardian scrisse: “uno dei concerti più esaltanti del Womad 2013 è arrivato dal CGS – un rumore straordinario e inebriante”. “Quella manifestazione è come una Woodstock delle musiche del mondo. Lo scorso anno, prima della nostra esibizione, piovve. Noi suonammo in un tendone. In pochi minuti si riversano 5/6 mila persone che cantavano (anche in salentino) e ballavano felici”. Fioccano anche le collaborazioni con musicisti di rilievo. Su tutti Ludovico Einaudi e l’ex batterista dei Police, Stewart Copeland. “Sono due musicisti molto diversi, entrambi hanno una grande voglia di sperimentare. Con Copeland ci siamo conosciuti a Melpignano quando lui fece il Maestro Concertatore. Poi abbiamo fatto una tournée insieme. Era letteralmente affascinato dalla verve ritmica della pizzica. Spesso facevamo duelli tra la sua batteria e il mio tamburello. È affabile e simpatico. Einaudi ha fatto due edizioni della Notte della Taranta e con lui c’è un rapporto pluriennale fatto di amicizia e grande stima. Il pianista si è messo al servizio di questa musica e del festival di Melpignano donandogli una dimensione internazionale”.

REDUCI DA UN LIVE NELLA FORESTA DEL BORNEO. L’interesse nel mondo per la pizzica e per il folk italiano è alto e costante. Lo dimostra anche il fitto calendario di concerti che il CGS realizza ogni anno. “Siamo appena tornati dalla Malesia. Lì abbiamo suonato in un festival entusiasmante organizzato nella foresta del Borneo”. Non solo all’estero, ma anche in Italia c’è un costante bisogno di ritornare alle radici, anche attraverso la riscoperta di musiche ancestrali e misteriose. “È vero che non esiste più la terapia del tarantismo con tutti i suoi dispositivi rituali e sociali, oggi non sono però scomparsi i ‘demoni’ (la crisi economica con tutte le conseguenze negative: disoccupazione, povertà, disagio sociale, solitudine). La taranta, un ragno, è una personificazione zoomorfa che dall’esterno invade il tuo corpo, ti fa star male e ti possiede: metafora di un male di vivere che esiste ancora, ma in forme diverse”. La Notte della Taranta di Melpignano (la band è di casa) è la sintesi estrema del successo di un’idea culturale vincente. “L’appuntamento di Melpignano viene visto più come un simbolo di riscatto di un territorio: un marchio di identità locale esportato in tutto il mondo”. Mai “morso”  ha fatto così tanto impazzire di gioia.

La Repubblica, 08 luglio 2014

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Jamela Alindogan, Al Jazeera’s reporter, interview Emanuele Licci

Malaysia festival

Thousands gather in Sarawak for a festival that celebrates indigenous musicians and their cultural heritage. Thousands of people are gathering in eastern Malaysia for a music festival celebrating indigenous musicians from around the world. More than 100 musicians will peform at the festival in Sarawak, which organisers say has helped tourism and helped rebuild the region’s identity.

Al Jazeera’s Jamela Alindogan reports from Sarawak.

De Luca e Gassmann su set: “Ecco perché parliamo di immigrazione”

Ieri a Spiaggiabella (Lecce) le riprese del videoclip “Solo andata”. Il brano del Canzoniere Grecanico Salentino, musicato dallo storico fondatore, Daniele Durante, mette in musica i versi di Erri De Luca.
Alla regìa del video, coprodotto da Amesty International, e recitato da un gruppo di immigrati nel Salento e dall’attore Manrico Gammarota, c’è invece Alessandro Gassman. Nelle parole del regista e dello scrittore la “necessità di parlare di immigrazione nel nostro Paese”.
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