L’Internazionale: Mandolini autoavveranti

di Pier Andrea Canei

2. Canzoniere Grecanico-Salentino, Made in Italy
“Spaghetti, pizza, mandolino”, una tarantella zufolata, tamburelli e fiati popolari a manetta, il testo di Piers Faccini che gioca con i luoghi comuni, e la grande formazione salentina che gioca di fino. Così come altrove nell’imperdibile album Quaranta (che sono gli anni di attività) rende giustizia poetica ai boat people del Mediterraneo, s’attacca ai gasdotti, scava nelle ombre di un mondo chiuso e nei dì di festa se la suona e canta con Ludovico Einaudi e i fiati di Fanfara Tirana. Taranta immersiva, e magistrale musica popolare.

READ THE ARTICLE

LesInrocks: 10 albums pour célébrer la Méditerranée

La Méditerranée n’est pas seulement la mangeuse d’hommes de la tragédie contemporaine. Elle reste un formidable creuset d’invention et les musiciens qui peuplent ses rives continuent à partager leurs voix et leurs rythmes.

Canzoniere Grecanico Salentino, Quaranta

Le Canzoniere a 40 ans cette année et, si la plupart de ses membres actuels n’étaient pas nés quand le groupe s’est formé, tous ont tenu à fêter dignement cette entrée dans la maturité. La formule ne change pas : de la tarentelle, bien sûr, des tambourins, des violons et des chœurs, et la voix bouleversante de Maria Mazzotta pour mener le cortège au divin. A l’ombre de la fête peut aussi surgir la tragédie contemporaine, ainsi lorsque résonnent les vers d’Erri de Luca et que sont évoquées les marées de souffrances qui se multiplient en Méditerranée. Cette entrée dans la quarantaine est donc à la fois gaie et grave, enjouée et inquiète, à fleur de peau et immensément touchante.

READ THE ARTICLE

Four stars for our new album Quaranta on the guardian

Canzoniere Grecanico Salentino: Quaranta review – thoughtfully angry folk-dance from Italy

4/5stars

(Ponderosa/Discovery)

You wait for months for an album that will cure tarantula bites, and then two come along at once. Last week saw the release of Ludovico Einaudi’s Taranta Project, which reworks the hypnotic folk dance music of south-east Italy that is traditionally reputed to have such power. Now comes a powerful and varied set from Canzoniere Grecanico Salentino, who were among the celebrity cast taking part in Einaudi’s project, but here mix traditional influences with angry new political songs. Their starting point is the pounding tamburelloframe drum, which is matched against edgy, attacking harmony vocals and a swirling instrumental lineup that includes bouzouki, violin, accordion and bagpipes. There are fiery dance pieces, wailing unaccompanied vocal harmonies, and, best of all, the thoughtful and angry Solo Andata (“one-way ticket”), a lament for migrants dying in the Mediterranean as they try to reach Italy, that ends with a frenzied violin work-out.

READ THE ARTICLE

Télérama.fr CGS à Paris

Canzoniere Grecanico Salentino

En quarante ans, ce collectif pionnier venu des Pouilles a considérablement rajeuni les rythmes frénétiques de la pizzica, une forme ancienne de l’exorcisante tarentelle. Sur le disque anniversaireQuaranta, la transe est moins souvent allègre : plus lents, leurs chants n’en sont que plus lancinants et portent en écho le lyrisme exalté des ballades celtes.

RAI News24, “Sola Andata” Canzoniere Grecanico Salentino – 20.04.2015

“Quaranta”, il nuovo album del Canzoniere Grecanico Salentino che celebra quarant’anni di uno dei più importanti e riconosciuti gruppi di musica popolare italiana. Il coronamento di un percorso iniziato dal fondatore Daniele Durante nel 1975, ma anche il terzo disco di un nuovo corso impresso nel 2007 dal figlio Mauro, oggi trentenne, che da allora ha preso in mano le redini del gruppo. Quaranta è anticipato dal singolo “Sola Andata”, composto da Daniele e Mauro Durante su testo dello scrittore Erri De Luca. Un brano commovente e quanto mai attuale che affronta il tema degli immigrati che arrivano in Italia dopo lunghe e rischiose traversate via mare. Il video clip, che è valso al Canzoniere il premio Arte e diritti umani 2014 di Amnesty International Italia, è stato girato sulle coste leccesi da Alessandro Gassman e vede per la prima volta la partecipazione dello scrittore napoletano. L’intervista di Fausto Pellegrini – See more 

Il Manifesto: Quell’esperanto gioioso di note

Musica. È uscito il nuovo album del Canzoniere Grecanico che celebra i quarant’anni di carriera

A marzo erano ad Ade­laide, Austra­lia. Da lì hanno con­ti­nuato a seguire la rotta musi­cale di un tour che, oltre ad Austra­lia e Nuova Zelanda, li por­terà in Bel­gio, Fran­cia, Sviz­zera, Ger­ma­nia. Terre di migranti del pas­sato, migliaia di ita­liani tra loro; terre di migranti del pre­sente, facce e sto­rie diverse acco­mu­nate dalla neces­sità dispe­rata di un futuro. Quando, dal palco di un tea­tro o di un festi­val, i sette del Can­zo­niere Gre­ca­nico Salen­tino faranno scen­dere in pla­tea Solo andata, è facile imma­gi­nare sugli occhi dei migranti del pas­sato e del pre­sente ombre impos­si­bili da can­cel­lare. Il testo porta la firma di Erri De Luca «Da qua­lun­que distanza arri­ve­remo, a milioni di passi/ Noi siamo i piedi e vi reg­giamo il peso/ Spa­liamo neve, pet­ti­niamo prati/ bat­tiamo i tap­peti, rac­co­gliamo il pomo­doro e l’insulto/ Noi siamo i piedi e cono­sciamo il suolo passo a passo/ noi siamo il rosso e il nero della terra/.» Di De Luca sono anche le righe dell’introduzione all’album Qua­ranta, appena uscita (Pon­de­rosa Music & Art), che il Can­zo­niere ha rea­liz­zato per i suoi quat­tro decenni di atti­vità: dodici brani a spar­tirsi la scena, alter­nando pic­coli inni all’amore come Respiri, alla ritrita ico­no­gra­fia del Bel Paese con I love Ita­lia; i versi ‘india­vo­lati’ di Taranta a quelli in griko (antica lin­gua di Puglia, Basi­li­cata e Cala­bria, par­lata ormai da pochis­simi) di Pu e to rodo t’orio, Dove la rosa è bella.

Si narra, poi, in No Tap, di con­ta­dini un tempo pie­gati a lavo­rare i campi e che oggi si vor­reb­bero proni davanti a una con­dotta del gas «Vi porto il lavoro/ Vi porto il futuro/Un futuro sicuro/ Se tu ti pie­ghi, se tu ti chini/ vedrai che sviluppo/ Lo svi­luppo del mio gaz/». Zic­cate, Tie­niti, ricorda un padre che dalla fati­cosa semina della cam­pa­gna rica­vava di che vivere. Alli­neato alla moder­nità dei tempi, il figlio si vanta «Io invece alla cam­pa­gna di mio padre/ ho pian­tato il fotovoltaico/ Non zappo, non lavoro e gua­da­gno soldi/ E se squa­glio la terra me ne fotto/».

Va detto: tra­durre, qui, i testi, non rende giu­sti­zia alle sfu­ma­ture e ai colori di quelli ori­gi­nali. I quat­tro con­certi ita­liani hanno offerto al pub­blico un gruppo che, pur con­ti­nuando la strada aperta nel 1975 dal fon­da­tore Daniele Durante, ha impresso, con il figlio Mauro, dal 2007, una svolta in cui i rife­ri­menti all’attualità tro­vano spa­zio più ampio. Cam­biare non signi­fica stra­vol­gere. Il corpo e l’anima del Can­zo­niere con­ti­nuano ad affi­darsi alla voce, alle per­cus­sioni e al vio­lino di Mauro Durante; all’organetto e altre tastiere di Mas­si­mi­liano Mora­bito, alla voce spet­ta­co­lare di Maria Maz­zotta, alla chi­tarra e al bozouki di Ema­nuele Licci, ai tam­bu­relli e all’inimitabile tim­bro vocale car­ta­ve­trato di Gian­carlo Paglialunga.

Cui si uni­scono, con armo­nia di intenti arti­stici e com­pli­cità, la zam­po­gna, i fiati popo­lari, i flauti, l’armonica del gio­vane talento Giu­lio Bianco; le movenze coreo­gra­fi­che, mai spec­chietto per le allo­dole, di Sil­via Per­rone. L’importanza dell’album emerge anche dal nome di chi lo ha pro­dotto, Ian Bren­nan, vin­ci­tore nel 2012 di un Grammy per Tas­sili dei Tina­ri­wen, e di chi ha col­la­bo­rato: oltre a Erri de Luca, Fan­fara Tirana, Ludo­vico Einaudi, il bas­si­sta Vale­rio Com­bass, il can­tau­tore fran­cese Piers Faccini.

Il lin­guag­gio della musica è un espe­ranto che, nel con­certo al Folk Club di Torino, una delle date ita­liane del tour soste­nuto dal gruppo, univa i pre­senti. Tutta la gente par­lava: bal­lando e unen­dosi senza paura di sto­nare al Rirol­lalla lan­ciato da Paglia­lunga. Quarant’anni di Can­zo­niere non sono pas­sati invano. Anzi. Si sente, si vive, si vede.

READ THE ARTICLE