(lyrics: Erri De Luca / music: D. Durante, M. Durante)
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Siamo gli innumerevoli, raddoppia ogni casella di scacchiera
lastrichiamo di corpi il vostro mare per camminarci sopra. Non potete contarci, se contati aumentiamo figli dell’orizzonte che ci rovescia a sacco. Nessuna polizia può farci prepotenza più di quanto già siamo stati offesi. Faremo i servi, i figli che non fate, le nostre vite saranno i vostri libri di avventura. Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino, l’odore che perdeste, l’uguaglianza che avete sottomesso. Da qualunque distanza arriveremo a milioni di passi noi siamo i piedi e vi reggiamo il peso. Spaliamo neve, pettiniamo prati, battiamo tappeti, raccogliamo il pomodoro e l’insulto, Noi siamo i piedi e conosciamo il suolo passo a passo noi siamo il rosso e il nero della terra, Un oltremare di sandali sfondati, il polline e la polvere nel vento di stasera. Uno di noi, a nome di tutti, ha detto: “Non vi sbarazzerete di me. Va bene, muoio, ma in tre giorni resuscito e ritorno”. |
We, the uncountable doubling each checkerboard square we pave your sea with bodies so many you could walk on it you cannot count us: if you try, we multiply, we children of the horizon, washing us up, spilling us out. No police can abuse us more than what we’ve suffered already. We’ll serve as your servants the children you never had our lives will be your adventure tales. We carry Homer and Dante, the blind man and the pilgrim, the smell that you’ve lost, the equality you’ve repressed. No matter the distance, millions of paces, we will come, we are the feet and we carry your weight. We shovel the snow, comb the lawns, beat your rugs, collect your tomatoes and insults. We are the feet and we know every step of the ground, we are the red and the black of the earth, the overseas made of worn-out sandals, that pollen and powder in the wind tonight. One of us, in our name, has said: “You cannot be rid of me. Yes, I’ll die, yet after three days I will rise again and return.” |